Museo

Ti aspettiamo al Museo e all’area archeologica di Luni per scoprire la storia della colonia romana di Luna che ha avuto una vita lunga più di mille anni

Storia

Solo nell’Ottocento iniziano gli scavi che portarono alla scoperta di complessi statuari in marmo di eccezionale importanza, all’epoca inseriti nelle Regie Collezioni di Torino.


Fino agli inizi del Novecento prevalgono le iniziative private come quelle del marchese Tomaso Gropallo, del Marchese Angelo Remedi e di Carlo Fabbricotti ai quali si devono le prime ricerche e la creazione di collezioni private di reperti lunensi. Queste importanti raccolte sono oggi conservate in diversi musei, dal Museo Civico Archeologico “Ubaldo Formentini” di La Spezia, al Museo archeologico nazionale di Firenze. La costruzione del Museo Archeologico Nazionale all’interno dell’area archeologica nel 1964 creò l’occasione per esporre i reperti nel luogo di rinvenimento.


Nei decenni successivi gli interventi della Soprintendenza archeologica della Liguria sono stati rivolti all’acquisizione dei terreni e alla musealizzazione del sito, per una migliore e più ampia percezione del valore storico di Luni e per la restituzione dell’immagine di città, da colonia fondata nel 177 a.C. a sede vescovile fino al 1204. Fra il 1991 e il 2004 sono state allestite sezioni tematiche all’interno dei casali presenti nell’area archeologica. 


La sede del Museo si trova oggi nel Casale Benettini Gropallo, dove il 29 maggio 2025 è stato inaugurato il nuovo allestimento. 


IL NUOVO PERCORSO MUSEALE 
 
Il nuovo museo si sviluppa su due piani che si articolano in modo differente: il piano terra si focalizza sul legame della città con il marmo apuano, mostrando come questo materiale sia stato ampiamente utilizzato per darle un aspetto monumentale, con impieghi sia nell’architettura, sia nella statuaria, nell’edilizia pubblica e in quella privata. Vengono quindi esposti pezzi frutto di recenti ritrovamenti insieme ad altri ormai celebri, come la base con la dedica alla dea Luna ritrovata nel suo tempio e il mosaico cosiddetto di Oceano e ancora quello del corridoio della stessa abitazione, in cui compare l’immagine di Medusa da cui è tratto il logo del museo. Il percorso prevede anche una saletta con le iscrizioni su supporti di marmo, e si chiude con una sala video in cui due schermi mostrano filmati appositamente realizzati e documentari dell’Istituto Luce, dedicati ancora una volta al prezioso materiale. 


Al piano superiore si sviluppa invece una narrazione impostata cronologicamente; si parte dall’analisi delle testimonianze archeologiche rinvenute nel territorio nelle fasi che precedono la fondazione della città romana esponendo strumenti in selce, ossidiana e calcare risalenti alla preistoria. Si allestiscono poi due corredi funerari venuti alla luce nella necropoli ligure di Ameglia, in località Cafaggio, e una selezione di ceramica etrusca, il bucchero, dallo stesso contesto, che dimostra come l’area fosse popolata da tempi antichi e aperta agli scambi culturali e commerciali. 

 
Si passa quindi alla presentazione della prima fase di vita della colonia romana, creata nel 177 a.C., e si espongono i reperti provenienti dal tempio capitolino – dedicato a Giove, Giunone e Minerva – insieme a quelli del tempio della dea Luna. Si prosegue con il passaggio alla fase imperiale illustrando vari ambiti che danno idea della complessità della vita dell’epoca.  Si tratta della costruzione di nuovi monumenti e la ristrutturazione di quelli precedenti che caratterizzano in particolare i primi 50 anni del I secolo d.C. e sono diretta conseguenza dell’intensificarsi dello sfruttamento delle cave di marmo che inizia al tempo dell’imperatore Augusto. Si mostrano però anche elementi legati alla quotidianità: alle attività economiche, all’ambito religioso, quello funerario e non solo.


Si continua spiegando come la città sia attraversata da profondi cambiamenti politici e culturali legati alla caduta dell’Impero romano, diventando capoluogo della Provincia maritima Italorum sotto il controllo dei Bizantini, per poi essere inglobata nel territorio controllato dai Longobardi. Altro fattore di trasformazione è legato alla diffusione del culto cristiano che porta la città a diventare sede vescovile a controllo di un’ampia diocesi; le evidenze archeologiche delle fasi più recenti della città provengono infatti in prevalenza dalla basilica paleocristiana, poi Cattedrale che diventa meta di pellegrinaggi a partire dall’epoca carolingia ed è tappa lungo la via francigena. Le vicende di arrestano intorno al 1200 quando il collegio vescovile si trasferisce per le mutate condizioni ambientali e all’insabbiamento del porto che è stato sempre un elemento fondamentale nella vita della città, fin dalla sua nascita. 
 
IL PROGETTO E L’ALLESTIMENTO 
Il progetto scientifico del percorso museale è di Antonella Traverso e Marcella Mancusi, quello museografico è di Giovanni Tortelli di GTRF. Giovanni Tortelli Roberto Frassoni Architetti Associati


Il Museo e Zona archeologica di Luni è un sito del Ministero della cultura, Direzione regionale Musei Nazionali Liguria.


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Staff

Direttore: Antonella Traverso


Conservatore: Marcella Mancusi




I servizi di fruizione, accoglienza e vigilanza sono garantiti da:


Arianna Battolla

Guido Bologna

Donatella Bottari

Sonia Curti

Marina Foletti

Roberto Giustino

Giuditta Kazantjis

Stefano Lombardi

Sonia Massa Trucat

Luca Parodi

Paola Peri

Melania Piricò

Eliana Valenti




Il Museo e zona archeologica di Luni è un luogo della cultura del Ministero della Cultura e dipende dalla Direzione Regionale Musei Liguria

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BIGLIETTI

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ORARI

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COME ARRIVARE

Come raggiungerci e dove parcheggiare

CONSIGLI PER LA VISITA

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