Tipologia
Architettura
Materiale
Marmo
Dimensioni
alt. 14,5 cm; largh. 42 cm
Epoca
Età imperiale
Cronologia
—
Provenienza
Città di Luna
Sede espositiva
Museo
Inventario
RCGE 22304
Base di colonna semilavorata con iscrizione
La base di colonna, in marmo lunense, lavorata non in maniera uniforme, si caratterizza per un plinto (base) rettangolare a cui segue un toro (modanatura dal profilo convesso) panciuto, su cui insiste una scotia (parte superiore) diritta.
Sul piano è stato inciso un titulus (iscrizione) con una subula (punteruolo) a punta grossa, prima che il blocco di marmo fosse lavorato come base di colonna: ciò ha fatto sì che la prima e l’ultima lettera fossero tagliate.
Secondo la lettura degli epigrafisti, è possibile leggere: [---]ST AB X[---] Si tratta di una “iscrizione di cava” ovvero di una sigla realizzata quando il marmo, dopo essere stato estratto, venivano ridotto in blocchi quadrati, siglati. Talvolta si procedeva anche a una sua semilavorazione in elemento architettonico davanti alla cava prima che il blocco venisse “lizzato” cioè trasportato a valle.
Bibliografia: Notae Lapicidinarum. Dalle cave di Carrara, a cura di E. Paribeni-S. Segenni 2015, S123, p. 276, 381, 386
Scopri la storia della città di Luna
La colonia romana di Luna che ha avuto una vita lunga più di mille anni. I Romani iniziano ad occupare il territorio su cui sorge la città agli inizi del II sec. a.C. per istituire una testa di ponte in vista della conquista della Spagna. Nel 177 a.C. duemila cittadini romani partecipano alla fondazione della colonia di Luna patrocinata dai triumviri M. Emilio Lepido, P. Elio Tuberone e Gn. Sicinio; a ciascun colono sono assegnati 13 ettari in un’area compresa indicativamente tra il fiume Magra e l’attuale Comune di Pietrasanta.