Domus di Oceano
In prossimità delle mura occidentali, sotto i resti della Cattedrale di Santa Maria, è stata rinvenuta una vasta dimora signorile costruita nel I secolo a.C. e poi più volte modificata.
Si tratta di una domus di notevoli dimensioni, oltre 900 metri quadrati, di cui sono ancora sconosciuti i limiti esterni. Particolarmente interessante è l’area del peristilio, di cui resta la sistemazione di epoca imperiale: il porticato, pavimentato in graniglia di marmo, si affaccia su un giardino con pozzo e piccola vasca in cocciopesto. Su questo spazio si aprono diversi ambienti, con pavimenti in graniglia o in cocciopesto, oppure con mosaici o crustae di marmo.
Tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C., in un vano rettangolare vicino al peristilio (spazio aperto delimitato da colonne), è realizzato un mosaico policromo: al centro della composizione campeggia il volto del dio Oceano, dalla cui barba nascono due delfini; intorno è raffigurata una ricca scena marina, animata da pesci, crostacei e molluschi, mentre fra le onde due amorini a cavallo di delfini pescano con rete e tridente. Il mosaico è incorniciato da una treccia e girali di tralci e foglie d’edera, che nascono da due coppe.
L’abilità esecutiva rivela l’opera di artigiani italici, a conoscenza dei modelli dei mosaicisti nordafricani, che elaborano una composizione originale. In uno spazio vicino è stato rinvenuto un mosaico con riquadri raffiguranti la maschera di Medusa e Sileno a due facce, separati da un medaglione floreale. Questi pavimenti sono oggi esposti nella Sezione dedicata alle domus.
Alla fine del IV secolo, forse a seguito dei danni causati da un sisma, la Domus venne totalmente ricostruita, rialzando i pavimenti e riorganizzando gli ambienti con funzioni differenti dalle precedenti. A est vennero costruiti due grandi vani di cui uno con un’esedra; diversi ambienti decorati con mosaici e affreschi si allineano sul fronte meridionale, mentre un corridoio conduce a un vano con sedili in muratura. In quest’ultima stanza forse vi era un cathecumeneum, ambiente riservato alla catechesi dei battezzandi. L’intera casa, quindi, potrebbe in questa fase identificarsi con una domus ecclesiae, edificio abitativo adattato per le pratiche e le celebrazioni liturgiche della nuova fede cristiana.
Nella seconda metà del V secolo, dopo una fase di abbandono, su tali strutture venne edificata una basilica paleocristiana orientata come l’edificio precedente.
Scopri la storia della città di luna
La colonia romana di Luna ha avuto una vita lunga più di mille anni. I Romani iniziano ad occupare il territorio su cui sorge la città agli inizi del II sec. a.C. per istituire una testa di ponte in vista della conquista della Spagna. Nel 177 a.C. duemila cittadini romani partecipano alla fondazione della colonia di Luna patrocinata dai triumviri M. Emilio Lepido, P. Elio Tuberone e Gn. Sicinio; a ciascun colono sono assegnati 13 ettari in un’area compresa indicativamente tra il fiume Magra e l’attuale Comune di Pietrasanta.